Lo sport amatoriale che tanto ci è mancato nel periodo del lockdown da Covid-19, l’altra faccia – ma la stessa passione – dello sport agonistico che quest’anno ha regalato all’Italia incredibili emozioni e vittorie, è il protagonista di A passo d’uomo, il nuovo libro fotografico del Credito Cooperativo.
I mesi appena trascorsi sono stati indimenticabili per lo sport italiano. L’11 luglio la nazionale di calcio ha conquistato a Londra, contro i padroni di casa, i Campionati Europei. Un trofeo che, dopo l’unica vittoria nell’edizione nel 1968 a Roma, per oltre cinque decenni era sembrato stregato.
Poche settimane dopo, gli azzurri di Roberto Mancini sono stati emulati con la doppietta femminile-maschile delle nazionali di pallavolo guidate da Davide Mazzanti e da Ferdinando De Giorgi. In mezzo i record di medaglie alle Olimpiadi (40, il primato precedente di 36 risaliva a Los Angeles 1936 e a Roma 1960, un’eternità da un punto di vista sportivo) e alle Paralimpiadi (69, undici in più di Seul 1988) di Tokyo. E poi le incredibili vittorie nei mondiali di ciclismo con i tre ori (e un bronzo) nelle prove su strada e le dieci medaglie (di cui quattro d’oro) nelle prove su pista.
E a proposito di ciclismo, si narra che la vittoria di Gino Bartali al Tour de France del 1948, dopo l’attentato del 14 luglio a Palmiro Togliatti, salvò il nostro Paese dalla guerra civile. Non vi è certezza che l’impresa di “Ginettaccio” – sollecitato dalla telefonata di Alcide De Gasperi – evitò realmente la catastrofe. Sicuramente l’Italia intera si fermò ad ammirare il ciclista toscano che, in appena due tappe, recuperò 21 minuti di distacco dal leader di casa Louison Bobet per poi indossare la maglia gialla fino a Parigi. Gli animi degli italiani continuarono a rimanere accesi ma non per le opposte passioni politiche, bensì per il tifo e quando il 25 luglio Bartali vinse la Grande Boucle tutti – senza distinzioni – scesero in piazza per festeggiare.
Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio, più nota come Bebe, è probabilmente l’atleta paralimpica italiana più famosa al mondo. Colpita a undici anni da una meningite fulminante, ha dovuto subire prima l’amputazione degli avambracci e poi quella delle gambe a causa delle necrosi generate dalla malattia. Questo però non le ha impedito di abbandonare la sua grande passione, la scherma, che aveva iniziato a praticare a cinque anni. Lo sport ha continuato a far parte della sua vita tanto da conquistare 64 medaglie fra cui l’oro nel fioretto individuale alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro del 2016 (ad appena 19 anni) bissato nell’edizione successiva, quella 2021, di Tokyo.
Un forte messaggio di solidarietà e speranza, attraverso lo sport, è poi lanciato dalla Nazionale dei Rifugiati voluta dall’Onu e istituita per la prima volta con le Olimpiadi di Rio de Janeiro. In Brasile erano in dieci, a Tokyo, quest’anno, ventuno. Provenivano dall’Africa, dal Sud America, dalla Siria, dall’Afghanistan… Ognuno con alle spalle una storia di emarginazione, sofferenza, povertà, paura. Eppure, non si sono arresi e, grazie allo sport, sono riusciti a costruire un futuro migliore per se stessi e per le proprie famiglie. Un esempio può essere quello del camerunense Cyrille Tchatchet. Giunto quinto nel sollevamento pesi ai Giochi del Commonwealth di Glasgow del 2014, per motivi personali decise di non tornare più in patria. A 19 anni rimase in Inghilterra da solo, senza soldi e affamato pensando anche al suicidio. Aiutato da un medico locale ha ricominciato a fare sport, è uscito dalla depressione, ha studiato da infermiere. Oggi aiuta quanti hanno subito un trauma simile al suo e… ha partecipato alle Olimpiadi.
Questi tre aneddoti ci fanno capire quanto lo sport possa essere fondamentale nella storia di una persona ma, anche, in quella di un Paese. E proprio allo sport è dedicato A passo d’uomo, il nuovo libro fotografico del Credito Cooperativo, quarantesimo della collana “Italia della nostra gente”.
Dopo un anno di stop forzato a causa della pandemia, gli italiani hanno riscoperto lo sport in tutte le sue accezioni, da quello amatoriale a quello professionale, le sue fatiche, i suoi sacrifici ma, anche, le gioie uniche che sa regalare. Soprattutto gli italiani hanno ripreso a praticarlo, come testimoniano le fotografie di Luca Merisio e il saggio introduttivo ricco di spunti e curiosità di Antonio Polito (editorialista del Corriere della Sera) secondo il quale c’è un Paese nuovo che “ha voglia di rinascere”. La sua videointervista è disponibile nel nostro canale youtube.
Protagonista di questi scatti, direttamente o indirettamente, è spesso il Credito Cooperativo. Lo ritroviamo nei giovani soci che si allenano per le vie della città o che vanno in kayak, nei dipendenti che fanno jogging sul lungomare, camminano per i sentieri delle loro terre, escono in bicicletta o praticano lo scialpinismo. Ma lo vediamo anche nel supporto a squadre sportive locali, a gruppi di disabili, a iniziative all’insegna della solidarietà e del rispetto della natura.
Ne è un esempio RisorgiMarche il festival musicale itinerante ideato da Neri Marcorè per rilanciare quelle aree dell’entroterra marchigiano colpite dal sisma del 2016 e sostenuto dalla cooperazione di credito sin dalla prima edizione. Ogni estate decine di migliaia di persone, dopo aver affrontato un percorso a piedi o in bicicletta di alcune ore, arrivano sulle montagne marchigiane per assistere a esibizioni musicali di artisti italiani e internazionali. Ne abbiamo un assaggio nel video girato al concerto di Levante, evento di chiusura dell’edizione 2021. Un’ulteriore testimonianza della ritrovata voglia di vivere e di riappropriarci con rispetto del mondo che ci circonda purché… “A passo d’uomo”.
Tutte le foto sono tratte da A passo d’uomo, Ecra 2021
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